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Come allenare il pensiero critico attraverso l’apertura mentale?

Vi siete mai soffermati sulla nascita dei nostri pensieri? La domanda è: perché pensiamo in un determinato modo? Siamo condizionati da fonti esterne? Abbiamo dei pregiudizi o siamo vittime di stereotipi? Esiste un modo di pensare diverso, che è un vero e proprio atto deliberato: stiamo parlando del pensiero critico. Ma come si allena? Per andare oltre i confini del pensiero convenzionale, abbiamo pensato di parlare dell’argomento e di consigliare di fare un salto su controbattere.com.

Come allenare il pensiero critico?

Non ci soffermiamo quasi mai sui nostri pensieri e non siamo abituati tendenzialmente ad analizzarli. Le informazioni che abbiamo a disposizione ci spingono a pensare in un determinato modo, spesso con un’ottica generale. Eppure, ogni nuova informazione viene selezionata, sintetizzata e rielaborata più volte dal nostro cervello. Il senso critico, del resto, ci insegna una capacità particolare e indispensabile al contempo: ci dà la possibilità di metterci in discussione e di confrontarci con gli altri, non solo considerando la sfera personale, ma anche quella lavorativa.

La questione, però, non è così semplice e immediata. Per migliorare o allenare il pensiero critico, anzitutto dobbiamo allontanarci dalle convinzioni personali, che spesso sono anche convenzionali, e non dobbiamo tralasciare, invece, le domande più semplici, ma mettere in discussione le ipotesi iniziali. Insomma, il primo passo è lasciarci andare molto di più alle domande, ricordando un aspetto fondamentale, ovvero che non esistono domande banali, ma che ogni nuova informazione può aiutarci di fatto ad affinare il senso critico.

Per andare al di là degli schemi confezionati, poi, bisogna imparare a osservare con attenzione ogni aspetto: anche i dettagli più insignificanti fanno la differenza. L’altro passo, purtroppo, è un po’ più complesso, perché molti di noi pensano di avere un’apertura mentale tale da andare ben oltre il pregiudizio. Ebbene, siamo qui per dirvi che non è quasi mai così: il senso critico è libero dal pregiudizio e dallo stereotipo ed è ciò che ci permette di pensare in modo diverso. Di non omologare il nostro pensiero a quello degli altri.

Attenzione ai pregiudizi: come sviluppare l’apertura mentale?

Abilità a dir poco fondamentale, l’apertura mentale ci permette di andare qualsiasi schema preconfezionato, ma ci consente anche di vivere una vita molto più libera e soprattutto non schiava dei pregiudizi. Proprio così: per aprirci a nuove idee ed esperienze, per esplorare le culture e per non essere prigionieri della propria mente, dobbiamo abbattere i muri mentali, che spesso abbiamo costruito con il sostegno della società stessa. Per spiegare l’importanza, facciamo nostre le parole di Isaac Asimov: “Le tue ipotesi sono le tue finestre sul mondo, aprile di tanto in tanto o la luce non entrerà“.

Il confronto di idee, in tal senso, è indispensabile. Spesso siamo “spaventati” da ciò che non conosciamo, ma non vuol dire che sia giusto o sbagliato. Soprattutto, non vuol dire che non possiamo allenarci a conoscerlo meglio, per arricchire la nostra vita. Mettersi in discussione vuol dire anche questo, perché passa dalla nostra capacità di essere curiosi, e di trasformare ogni discussione in un’opportunità.

I pregiudizi cognitivi

C’è una buona e una cattiva notizia. Possiamo allenare l’apertura mentale, ma tutti noi siamo più o meno suscettibili agli errori nei giudizi e nei pensieri. Questo è il caso dei pregiudizi cognitivi che rallentano l’apertura mentale: al primo posto troviamo l’esposizione selettiva, che è la tendenza ad esporci solamente nel momento in cui le informazioni rispecchiano le nostre convinzioni. In breve, tendiamo a chiuderci al nuovo, ma soprattutto al cambiamento.

Vale la pena menzionare anche l’effetto primato come pregiudizio cognitivo: diamo importanza alle informazioni che riceviamo per prime tendendo ad evitare i dati in contrasto. Oppure, c’è anche il fenomeno della polarizzazione, tra i pregiudizi cognitivi che maggiormente ci impedisce di crescere, perché ci spiega che tendiamo a essere molto meno critici nei confronti delle prove che sostengono le nostre convinzioni. Invece, siamo spesso critici in modo assoluto con i dati che confutano le nostre ipotesi. Ma le argomentazioni contrarie sono il terreno fertile per la nostra crescita personale e collettiva, e questo non dobbiamo mai dimenticarlo.