La scrittura è una delle componenti più visibili del processo di apprendimento. Ci siamo mai soffermati su questo aspetto? Vale per i bambini quanto per gli adulti, e spesso una “brutta” grafia non viene quasi mai corretta, sbagliando. Le difficoltà grafo-motorie, tuttavia, incidono sul benessere degli alunni, in particolare sul lato psicologico. Ecco perché vogliamo parlare di Cristina Sabbadini, grafologa, educatrice della scrittura e percorsi di educazione grafomotoria. Su oloscrittura.it, è possibile richiedere analisi grafologiche, valutazioni grafomotorie per gli alunni, così da strutturare un percorso educativo del gesto grafico. Che, sì, nel complesso aiuta gli studenti a raggiungere non solo una scrittura efficace, superando i propri problemi, ma aumenta anche l’autostima.
La grafia nell’era digitale
Siamo abituati a scrivere maggiormente al PC, al giorno d’oggi. I bambini spesso giocano con il tablet, hanno già un cellulare in mano. Ma la grafia non ha assunto minore importanza, e migliorarla mediante degli esercizi di allenamento è del tutto possibile. Prima di tutto, per comprendere l’arte della bella scrittura, dobbiamo fare un passo indietro: da cosa è regolata? Dal nostro cervello e in particolare dalla memoria motoria. Quest’ultima immagazzina l’input motorio, che di conseguenza rimanda all’output al corpo. Allenarsi a scrivere bene, quindi, è possibile, ma non bisogna dimenticare che una bella grafia è frutto di un allenamento continuo.
Comunichiamo principalmente con audio e video e stiamo attraversando un’era digitale importante. Molti studenti non sono più nemmeno abituati a prendere appunti a mano, ma lo fanno con l’iPad, oppure imparano mediante le slide. Sebbene gli strumenti tecnologici ci permettano di imparare e di memorizzare i concetti in modo veloce, ottimizzando i tempi, la bella scrittura è ancora oggi determinante per migliorare l’autostima e superare le difficoltà grafomotorie.
Il ruolo del cervello nella grafia
Pensando al passato, sappiamo che la vecchia scuola si fondava su un presupposto ben preciso: gli alunni si allenavano a esercitarsi di continuo, sfruttando l’allenamento grafico e costruendo le lettere partendo da ogni tratto. Per comprendere perché in passato si scriveva tendenzialmente meglio, dunque, non possiamo che concentrarci sugli esercizi costanti. Anche perché la grafia si compone di ben tre elementi, ovvero la coordinazione oculo-manuale, la motricità fine della mano e la dinamicità del corpo. Tutto questo, come anticipato, è regolato dal cervello, dalla memoria motoria.
C’è una buona notizia, ovviamente: tutti noi possiamo imparare a scrivere meglio. Ad eccezione di disturbi neurologici o di condizioni particolari, dobbiamo considerare il nostro cervello come “plastico”, in grado di assorbire continuamente nuove nozioni e informazioni, con il fine di ottenere un miglioramento concreto. Lo spiega Cristina Sabbadini, grafologa, educatrice del gesto grafico, formatrice scolastica ed esperta in coaching della scrittura.
Proprio lei ha ideato il metodo GrafoYogando, in quanto spesso la scrittura armoniosa è legata a doppio filo all’armonia tra la nostra mente e il corpo. I suoi insegnamenti valgono per tutti, perché non c’è un limite di età – per fortuna! – per imparare a scrivere bene, quindi si mette a disposizione per bambini, ragazzi e adulti. Sono diversi i servizi presenti sul suo sito, come percorsi di educazione alla scrittura, formazione docenti e alunni, percorsi rieducativi e ovviamente offre l’analisi grafologica.
Il processi di apprendimento della scrittura
Scrivere fa bene, in ogni senso. Questo gesto, spesso sottovalutato, in realtà permette di rilassare la mente e aiuta la memoria, soprattutto durante la fase di apprendimento. Una fase estremamente complessa e delicata, che non va in alcun modo sottovalutata, in quanto ricordiamo che la scrittura è una forma di comunicazione, è il mezzo attraverso il quale una persona, bambina o adulta, riesce a esprimersi, in modo psico-fisico. Ovviamente, sono molteplici i fattori che influenzano la scrittura: i bambini spesso non hanno una buona presa della penna, o ancora una postura scorretta può essere un deterrente per scrivere bene. Cambiare le cose, però, è possibile, una parola dopo l’altra: soprattutto, è determinante sottoporsi a un’analisi così da comprendere come migliorare la situazione nel tempo.