voce

L’importanza di allenare la voce per comunicare (e avvicinarsi) al proprio pubblico

C’è un filo invisibile che lega chi parla a chi ascolta, un passaggio sottile di intenzione, tono, ritmo. E proprio lì, dove le parole incontrano il respiro, nasce la vera comunicazione. Non basta sapere cosa dire. Serve allenare come dirlo. È nella voce che abita l’autenticità. È nella voce che prende forma la nostra presenza.

Chi ha fatto del public speaking, comunicazione efficace, team building un mestiere, questo lo sa bene. Toni è un Coach che ha trasformato l’arte del parlare in un percorso esperienziale. Attore, autore e formatore, ha costruito un metodo che affonda le radici nell’improvvisazione teatrale per far emergere la voce vera delle persone. E, con essa, la loro capacità di coinvolgere, emozionare, costruire relazioni. In aula o davanti a una webcam, ogni esercizio è un piccolo palcoscenico dove mettersi in gioco davvero. Lo raccontiamo.

La voce non è solo è uno strumento

Quando Toni lavora con i suoi corsisti, non parte mai dalla tecnica fine a sé stessa. Non chiede di imitare, di ripetere, di correggere. Chiede, prima di tutto, di ascoltarsi. Perché la voce non è solo un mezzo. È un luogo. Un punto d’incontro tra ciò che sentiamo e ciò che vogliamo comunicare.

Nel programma “Voce Corpo Spazio”, questa attenzione si traduce in esperienze concrete. Si lavora sul suono, certo. Ma anche sulla postura, sulla gestione dello spazio e sulla consapevolezza dei silenzi. È un training completo, che coinvolge tutto il corpo. Perché ogni esitazione fisica arriva, prima o poi, anche nella voce. E ogni gesto ha la capacità di rafforzare ciò che le parole cercano di dire. Chi partecipa spesso arriva con un’idea precisa di sé. Poi, nel tempo, si accorge che non servono maschere. Serve presenza. Inizia così un processo che va oltre lo speech ben fatto.

Parlare in pubblico o nel digitale: come imparare?

La retorica classica parlava di ethos, pathos e logos. Ma chi comunica davvero sa che c’è un altro ingrediente, più sottile e spesso dimenticato: l’ascolto. Saper parlare in pubblico significa anche riconoscere chi si ha di fronte. Respirare il ritmo dell’altro. Riconoscere le pause, gli sguardi, le reazioni.

Nel percorso di public speaking dal vivo, Toni lavora molto su questo piano. Non insegna formule, ma accompagna le persone a sentire, a modulare la propria voce con intenzione, a usare il corpo senza rigidità, a occupare lo spazio come se fosse un’estensione del proprio pensiero.

E poi arriva il momento dello speech. Non un’esibizione, ma un confronto reale. Ogni feedback è specifico, personale, calibrato su ciò che l’altro può accogliere. Non esistono lezioni standard. Esistono persone, e ogni persona ha un modo unico di raccontarsi. Chi sperimenta questo metodo si ritrova, spesso, a portare quei gesti anche fuori dall’aula. In ufficio, in riunione, in famiglia. Perché comunicare meglio non serve solo a convincere. Serve a costruire legami più autentici, dentro e fuori il lavoro.

Lo schermo toglie qualcosa, ma non tutto. E chi pensa che basti una buona connessione per essere efficace in video, sottovaluta il potere della presenza. La comunicazione digitale ha le sue regole. Ma anche qui, voce e corpo continuano a parlare. E, se ben usati, possono superare persino la distanza. Toni ha costruito un percorso specifico per chi lavora nel digitale. Meeting, call, presentazioni: ogni occasione può diventare una prova, ma anche un’opportunità. Si lavora sulla postura, sulla qualità della voce, sulla gestione dello spazio visivo. Ma soprattutto si impara a restare autentici, anche attraverso uno schermo. Il training include stanze live, simulate in cui i partecipanti possono sperimentare in tempo reale.

Una voce che aggrega: il valore nel lavoro di squadra

Ogni gruppo è un sistema. Ogni sistema ha bisogno di equilibrio, chiarezza, direzione. E tutto questo passa — inevitabilmente — dalla comunicazione. Parlare non è solo trasmettere informazioni, ma creare connessioni, costruire fiducia, facilitare la collaborazione.

Nel lavoro con i team, Toni porta avanti una visione precisa: una comunicazione efficace è il cuore pulsante di ogni gruppo che funziona. Si lavora su voce, corpo, spazio. Ma si lavora soprattutto sulla capacità di stare insieme. Di ascoltare. Di fare spazio. Di costruire un linguaggio condiviso, che tenga conto delle individualità ma sappia andare oltre i singoli. Il percorso dedicato ai gruppi è pensato per chi vuole potenziare le dinamiche interne, migliorare la leadership, rendere i processi più fluidi.

Chi pensa che lavorare sulla voce sia un esercizio tecnico, si sbaglia. È qualcosa di molto più personale. È un ritorno a sé, prima ancora che un’apertura verso l’altro. Ma è anche un gioco. Un esercizio di libertà, di espressività e di scoperta. La voce, quando viene allenata così, smette di essere un ostacolo. Diventa alleata, strumento di presenza, di fiducia, di vicinanza.