Tra chitarristi, l’argomento “plettro” è sempre piuttosto caldeggiato: capita, infatti, soprattutto quando si è alle prime armi, di chiedersi: è meglio il plettro o dita per suonare la chitarra? Ebbene, la scelta del giusto plettro fa tutta la differenza del mondo. Perché ci soffermiamo quasi sempre sulla ricerca dei modelli di chitarre, di amplificatori, e persino effetti e processi, dimenticando che il plettro stesso ha un’importanza determinante. Ogni chitarrista, di solito, ne sceglie uno, e capita addirittura che, cambiandolo, si possa inizialmente fare fatica ad abituarsi.
Tutto ciò è perfettamente normale. Oggi, poi, siamo alla costante ricerca di nuove soluzioni, con l’obiettivo di migliorare l’esperienza complessiva dei musicisti: su crosspick.it, si trova il plettro chitarra innovativo, che sta rivoluzionando il modo di suonare dei chitarristi.
Cos’è il plettro
Il plettro, noto anche come penna (ma ormai questo modo di dire è caduto in disuso), è uno strumento che serve a sollecitare le corde della chitarra: si tiene tra il pollice e l’indice, e può essere realizzato a partire da diversi materiali, tra cui legno, osso o corno. La maggior parte di quelli che si possono acquistare in commercio, invece, vengono realizzati in celluloide e da materiali sintetici, o ancora Nylon. Nell’antichità, invece, i plettri venivano realizzati usando il carapace di tartaruga.
Ne sono sempre esistiti vari modelli in commercio, come per lo spessore – si parla di millimetri – o forme, come triangoli arrotondati o circolari. In base al materiale e alla durezza, si parla di plettri morbidi o plettri duri, o in alternativa esiste il fingerpick, che si aggancia alle dita, o ancora il thumbpick. Nel corso della storia, vale la pena citare i plettri di tanti chitarristi famosissimi, come quello di Brian May (una moneta da sei pence), o ancora Carlos Santana (un triangolo equilatero).
L’importanza del plettro per il chitarrista
Possiamo definire il plettro come un’estensione della mano del chitarrista: una parte integrante dello stile e del suono. Ecco perché la scelta di questo oggetto è tanto essenziale, poiché influenza la dinamica, la velocità e la precisione dell’esecuzione, oltre che il tono stesso. Come abbiamo visto, ogni chitarrista ha una sua preferenza, ed è perfettamente normale. Ci sono, infatti, dei parametri da seguire per scegliere il plettro più adatto per sé, e non si limitano allo spessore.
Di solito, per chi è alle prime armi, si consiglia di iniziare con un plettro classico, ovvero dalla forma triangolare, ricordando, però, che con gli anni e l’esperienza si può sempre sperimentare. Vale la pena anche provare a “giocare” con le dimensioni del plettro stesso, tenendo presente che più è piccolo, più le dita sono a contatto con la corda. Massima importanza va data al materiale, poiché ciascun plettro restituisce una sensazione diversa al suono.
Il plettro Crosspick
Naturalmente, nel corso del tempo, i plettri sono cambiati: oggi non è più realizzato solo con il carapace delle tartarughe. Ci sono realtà come Crosspick® plettri che ha scelto di elevare il plettro a un nuovo livello, con un design che rompe definitivamente con la tradizione: parliamo di un supporto per il chitarrista, di un oggetto eccellente che mira a offrire una maggiore versatilità e controllo. Non è solo il design a essere innovativo – a forma di croce – ma consente di creare un effetto simile alle 12 corde, come spiega Crosspick, ed è realizzato in Hi tech di Nylon, con brevetto Safe-Lock e grip dalla presa infallibile.
Le serie disponibili sul sito sono Wings, Extreme, Funky e Pick Master 8. Ciascun prodotto presenta delle caratteristiche uniche, che invitiamo a scoprire. E chissà che i chitarristi del domani non troveranno il plettro adatto a loro! Ogni 3 pacchetti si riceve 1 plettro in omaggio: a inventare Crosspick è stato Andrea Zecchin, puntando sul Made in Italy, una produzione “dal basso”, che è arrivata in “alto”. “Libera il tuo talento, scegli il tuo suono”, è questo il motto di Crosspick.