Viviamo in una società in cui l’ambiente naturale viene vissuto in modi differenti. Molti prediligono un atteggiamento aggressivo e consumistico sulle materie prime attuando piani industriali ottusi e poco aperti alle innovazioni. Altri, invece, guardano al futuro e alla valorizzazione delle risorse prediligendo iniziative e processi in cui i propri interessi in termini di utili coincidono perfettamente con le esigenze della natura. E di questi ultimi che desideriamo parlare in questo breve articolo.
Alimentazione: la qualità al primo posto
“Noi siamo ciò che mangiamo”. Questo pensiero del filosofo Feuerbach espresso nel 1850 non è solo uno dei tanti aforismi che pronunciamo a cena con gli amici per far colpo. Rappresenta la chiara espressione di una delle più importanti osservazioni medico scientifiche della storia umana. L’alimentazione ha un evidentissimo nesso con la qualità della nostra vita.
Il benessere fisico dell’uomo è, pertanto, in mano a tutte le realtà aziendali che producono alimenti, provvedono alla loro corretta conservazione e ne dispongono la loro diffusione sul territorio locale ed estero. Come riportato nella pagina web di Chimitex.it sito ufficiale della nota azienda lombarda di prodotti chimici industriali, i protocolli che definiscono gli standard di qualità degli alimenti in commercio sono legittimamente restrittivi e molto precisi.
Nasce, pertanto, una doverosa esigenza da parte dei protagonisti dell’industria alimentare: dedicare parte delle proprie risorse economiche e umane alla ricerca di specifiche strategie di mercato. Queste devono garantire la qualità dei prodotti alimentari e, nello stesso tempo, l’uniformità alla legislazione vigente.
L’industria chimica sulle nostre tavole
Ingenti risorse e ricerche hanno nel tempo revisionato le aspettative dell’industria chimica nel settore alimentare. La sfida raccolta è stata quella di garantire la massima distribuzione impattando l’ambiente con perspicacia e criterio.
Sono nati così gli additivi alimentari. Coloranti, conservanti, antiossidanti, dolcificanti, correttori e altri prodotti sono entrati di diritto ormai nel gergo del consumista medio. E i vantaggi non mancano. Maggior controllo della filiera alimentare, gestione più oculata delle materie prime e un frigo che non risente di una mancata varietà e freschezza.
Il noto fenomeno della globalizzazione mondiale ha esercitato una notevole sana pressione sulla ricerca e produzione di questi prodotti. Questo ha permesso a milioni di abitanti europei di soddisfare il proprio palato con prelibatezze del Sudamerica (e viceversa).
Il futuro del settore alimentare visto da qui
Usiamo la fantasia e immergiamoci per un momento in uno scenario futuristico. Ogni giorno sulle nostre tavole le brave casalinghe del futuro metteranno a disposizione la verdura marziana, la frutta di Venere e la carne bovina allevata sui ricchi terreni di Giove. Solo fantasia? Chissà!
In ogni caso, le esigenze di noi consumatori rimarranno semplicemente tradizionali. E questo a prescindere dall’origine di ciò che comporrà i succulenti pasti del domani. Vorremmo sempre che al primo posto tra le priorità di produzione ci siano qualità e tracciabilità. Lo sviluppo nel settore dell’industria chimica e tecnologica andrà sempre di pari passo a queste precise volontà.
Alimentazione ed economia: spazio ai numeri
Quali sono le dimensioni e l’impatto economico del settore alimentare in Italia in termini di cifre? Stando ai dati 2015 riportati sul sito del Ministero dello sviluppo economico, l’industria agroalimentare rappresenta il secondo settore manifatturiero nazionale. Il fatturato annuo supera i 130 miliardi di euro. Ben il 13% della produzione nazionale industriale. Anche esportare all’estero ha i suoi frutti. Parliamo di quasi 30 miliardi di euro.
Questi numeri parlano di un settore che recentemente sta vivendo da protagonista nello scenario economico nazionale con prospettive ampie e di alta considerazione.
In conclusione, in questo articolo abbiamo parlato di ambiente, alimentazione, industria chimica ed economia. Trovare un punto d’incontro tra questi importanti e delicati temi è una prerogativa nostra, dei governi e delle prossime generazioni. Scegliere ora le strategie vincenti renderà la società attuale più attenta, lungimirante e soprattutto più green.