Il reflusso laringo faringeo è un problema piuttosto comune, ma pochi sanno che esiste uno stretto rapporto fra questo disturbo e la mente. Parliamo di una patologia caratterizzata dalla risalita di succhi biliari o gastrici e gas lungo l’esofago sino alla laringe e alla faringe. Tutto ciò provoca diversi fastidi, fra cui l’infiammazione delle mucose.
Reflusso laringo faringeo: cos’è e i sintomi
Quali sono i sintomi reflusso laringo faringeo? Solitamente si avverte un dolore intenso alla gola (faringodinia) accompagnato da bruciore, possono verificarsi anche alterazioni della voce (disfonia) e necessità frequente di schiarirsi la voce. Questa patologia causa anche una tosse secca stizzosa e cronica che può durare settimane e si presenta subito dopo i pasti.
Altri segnali sono la presenza di abbondante muco e la sensazione di avere in gola un corpo estraneo (bolo faringeo). Sono frequenti pure bruciore alla lingua, otiti, spasmi laringei e riniti, accompagnati da una salivazione aumentata, dolori retrosternali, dispepsia e bruciore retrosternale.
Le cause del reflusso laringo faringeo
Il reflusso laringo faringeo è provocato da una disfunzione che interessa lo sfintere esofageo superiore. Questa zona è costituita da una serie di muscoli posizionati nell’area iniziale dell’esofago. Contraendosi e in seguito dilatandosi, lo sfintere permette di aprire e chiudere l’esofago, facilitando il passaggio di cibo con la deglutizione e impedendo al tempo stesso che ciò che si trova nell’esofago possa arrivare alle vie aeree.
Negli ultimi anni però alcuni studi hanno dimostrato un forte legame del reflusso laringo faringeo con la mente. In particolare il Dott. Paolo Petrone di recente ha preso parte al 24° Convegno Regionale del Gruppo Apulo di Otorinolaringoiatria in qualità di esperto tenendo una relazione magistrale sul reflusso laringo-faringeo, svelando le novità in materia e sottolineando che non tutti questi sintomi riconducono sempre al reflusso laringo-faringeo, ed ecco perché è importante un accurato esame fibrolaringoscopico fatto da un otorino, per escludere che all’interno della gola siano presenti altre malattie benigne (polipi, cisti, infiammazioni…) o patologie maligne (principalmente tumori).
Reflusso laringo faringeo, il legame con il cervello
Da tempo numerosi studi scientifici hanno dimostrato lo strettissimo legame fra reflusso laringo faringeo e stress. L’ansia, una situazione mentale stressante, uno stile di vita errato e un’alimentazione poco sana infatti possono contribuire all’insorgere e all’acutizzarsi di questa patologia.
Lo stress, la rabbia e l’ansia non sono solamente delle emozioni, ma causano una condizione psicologica e fisica particolare, mutando il livello degli ormoni e gli impulsi nervosi. Tutto ciò va irrimediabilmente a influire sull’apparato digestivo che, ormai da anni, è stato definito come un “secondo cervello”.
Cosa mangiare se soffri di reflusso laringo faringeo
Ci sono poi degli alimenti che, inconsciamente, portiamo a tavola e influiscono sul reflusso laringo faringeo. Provocano infatti una reazione acida, portando a un’infiammazione delle pareti dello stomaco. Pensiamo ad esempio al pomodoro, al caffè, agli agrumi, alle carni affumicate e grasse, ma anche agli alcolici e ai superalcolici, agli insaccati, alla menta e al cioccolato. Nella lista possiamo inserire pure i formaggi grassi, piccanti o fermentati, i sughi preconfezionati e le salse.
Cosa sarebbe meglio mangiare? Al mattino è consigliabile non assumere del caffè, poiché questo provoca un aumento nella produzione dell’acido cloridrico. Se poi lo associamo al latte la digestione rischia di essere lenta e lunghissima. Da eliminare pure i grassi e le fibre che rischiano di causare un ingorgo perché più difficili da digerire.
Altri consigli sono quelli di consumare la frutta non alla fine del pasto bensì all’inizio per evitare che fermenti nello stomaco, aumentando così i sintomi del disturbo. Infine un discorso a parte va fatto per l’acqua, essenziale per il benessere dell’organismo. Se viene bevuta in alte quantità quando si è a tavola porta a una diluizione dei succhi gastrici, rallentano la digestione. Meglio assumerla nel corso della giornata e non in quantità eccessive durante il pasto.