“La salute è uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, e non semplice assenza di malattia o di infermità”, questa è la definizione di salute secondo quanto riportato dall’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, in cui si fa luce anche su quella mentale. Ma perché è così difficile parlarne? Perché è considerata ancora oggi un tabù? Eppure, questo tema è tornato al centro dell’attenzione mondiale, perché sono sempre di più le persone a soffrirne. Basti pensare che, in base ai dati riportati dall’OMS, una persona su due entro i 75 anni ha la possibilità di sviluppare un disturbo mentale.
Di salute mentale si cerca di parlare spesso sui social, sulle testate. Ma anche i podcast sono veicolo di messaggi importanti, come PAZZI FUORI il podcast che si concentra sul dietro le quinte delle emozioni di influencer, creator e artisti. Negli ultimi anni, sono stati proprio gli artisti a fare luce sulla condizione psichica, anche per il crescente numero di adolescenti che ne soffre: viviamo in un’epoca in cui ansia, stress e depressione vengono diagnosticati anche in giovane età. A ricordarcelo sono i dati terrificanti dell’Unicef: 46mila adolescenti muoiono ogni anno nel mondo a causa del suicidio, e 1 adolescente su 7 tra i 10 e i 19 anni ha un problema di salute mentale diagnosticato.
L’attenzione verso la salute mentale
Noi esseri umani abbiamo tanti tabù, forse più di quelli che ci aspetteremmo. Ancora oggi, l’argomento salute mentale è figlio di tempi lontani, in cui l’ombra della malattia aleggia appena sulla persona, soprattutto per la narrazione che se ne fa costantemente, oltre al fatto che tutt’oggi si pensa al disturbo come “follia” o “pazzia”, forse perché l’essere umano rimane profondamente legato all’immaginario che restituiscono i film e i romanzi sul manicomio.
Il tabù è nutrito dalla spettacolarizzazione della malattia – malattia, sì, e non pazzia – e dai pregiudizi stessi. “Non c’è salute senza salute mentale”, afferma l’OMS. Ed è così: se ci soffermiamo sulla definizione, scopriamo che la salute mentale è uno stato di benessere in cui un individuo è tranquillo, sereno. Risolto, termine tanto caro negli ultimi anni a chi ha seguito un percorso di psicoterapia per riuscire a fronteggiare i problemi, i disturbi, i fantasmi del passato che spesso “infestano” la mente e annebbiano la ragione.
L’impatto dei social sul tema della salute mentale
I social media, ormai è assodato, possono influenzare i cambiamenti comportamentali, neurobiologici e cognitivi degli adolescenti. Se in alcuni casi minano la loro vulnerabilità, in altri diventano un veicolo di messaggi: è indubbio che l’uso dei social sia aumentato esponenzialmente negli ultimi anni. Basti pensare che nel Regno Unito il 95% dei 15enni va online costantemente.
C’è, però, un altro filone che negli ultimi anni si è intensificato: quello di parlare apertamente della salute mentale. Lo fanno i giovani, gli adulti e anche le star, che in prima linea scendono in campo per discutere dell’importanza di prendersi cura di sé.
La nascita di podcast dedicati alla salute mentale
Soprattutto oggi, alla luce di quello che abbiamo visto e dei dati riportati dalle istituzioni, è fondamentale parlare di salute mentale: lo fa PAZZI FUORI, il nuovo real talk sulla salute mentale dove personaggi della TV, del web, della musica, dello sport e del cinema cercano di dare voce alle proprie emozioni, sfidando tutti i pregiudizi e i tabù.
“Da uno studio condotto da BVA Doxa emerge che in Italia 6 persone su 10 non parlano di salute mentale, neanche con amici e familiari. PAZZI FUORI è il luogo in cui lo facciamo liberamente. Con ogni ospite parliamo apertamente di fragilità, debolezze, insicurezze, di ciò che spesso ci ferisce, ci causa dolore o ci spaventa, delle sfide affrontate, ma anche delle strade per superarle e di cosa ci fa stare bene. Non è solo un podcast, ma un santuario per tutti coloro che si sentono fuori posto o sbagliati, dove le cicatrici emotive vengono accolte come medaglie di coraggio”, queste sono le parole di Flavia Tallarico, founder e host del podcast.
Il podcast è rivolto ai Millennials e alla Generazione Z in particolar modo: sono queste generazioni che sono esposte, ormai quotidianamente, a sfide psicologiche legate proprio alla pressione sociale e digitale.